Gambara in esposizione a Brescia: lavorò anche a Rezzato

Gambara in esposizione a Brescia: lavorò anche a Rezzato

Il senso nel nuovo. Lattanzio Gambara Pittore Manierista è il titolo dell’esposizione che sarà presente al Museo Santa Giulia di Brescia fino al 20 febbraio 2022. Il viaggio di questa mostra-dossier racconta le opere di Lattanzio Gambara, pittore manierista bresciano, vissuto tra il 1530 ca. e il 1574 . L’artista, definito da Vasari – il miglior pittore di Brescia – lavorò probabilmente ad alcuni affreschi per la cappella di S. Giovanni a Rezzato .

Per molto tempo dimenticato e lasciato in sordina nonostante la grande raccomandazione fatta da Vasari. Una riscoperta quella di Lattanzio Gambara: paragonabile, per tecnica ed elaborazione, agli altri grandi nomi del manierismo michelangiolesco. A causa della grande diffidenza con la quale è stato per molto tempo trattato il periodo, considerato erroneamente puramente imitativo dei grandi del rinascimento, l’opera del Gambara, sebbene conosciuta, non è stata sufficientemente mostrata al grande pubblico.

Una recente attribuzione dell’opera Compianto (acquistata dalla Fondazione Brescia Musei) ad opera di Marco Tanzi (curatore anche dell’esposizione al Santa Giulia) ha donato nuova forza e nuovo interesse verso l’artista. Dopo essere stata intercettata da Tanzi all’asta è segnalata alla Fondazione Brescia Musei per l’acquisto. Proprio questa nuova acquisizione sarà il fulcro della mostra. L’artista era una personalità nota nel panorama artistico della penisola almeno quanto i vari Veronese, Parmigianino, Giulio Romano e con loro competeva per commissioni ed abilità tecniche.

Tra i suoi maggiori committenti il Comune di Brescia (con affreschi purtroppo andati perduti fatti per il Broletto e il Palazzo del Podestà) e famiglie nobili che custodiscono ancora gelosamente i propri tesori. Non solo bresciani, la sua opera si estese fino ai patrizi veneziani che gli commissionarono, tra le altre, la facciata di Villa Contarini ad Asolo.

Presenti anche le istituzioni religiose: attribuiti a lui, secondo enciclopediabresciana.it, anche alcuni affreschi della cappella di S. Giovanni a Rezzato e altri per i Benedettini di Rodengo Saiano. I benedettini di San Benedetto in Polirone, invece, gli diedero l’incarico di realizzare alcune pale tra cui la Conversione.

L’esposizione bresciana intende trattare il percorso artistico e l’evoluzione della sua opera dalle origini alla piena maturità. Questo è stato possibile grazie a prestiti dagli Uffizi di Firenze, dai Musei Reali di Torino e dalla collezione BPER. Presenti gli strappi d’affresco dalle Case del Gambero di corso Palestro (ora in Pinacoteca), la Conversione di Saulo (di Bper), alcune Deposizioni (da collezione privata, da Palazzo Reale di Torino, da Palazzo Pitti) e molte altre.

Una riqualificazione dell’artista davanti al grande pubblico nelle terre che hanno caratterizzato maggiormente la sua crescita e tutta la sua opera. Grazie alle nuove scoperte e all’importante avvenimento bresciano si potrà nuovamente riproporlo per il suo valore e, magari, riaprire un filone di studi che rinnovino l’interesse verso il suo linguaggio artistico.

L’esposizione sarà anche un piccolo passo verso Brescia-Bergamo capitali della cultura 2023, come dichiarato da Stefano Karadjov, Direttore di Fondazione Brescia Musei a exibart:

Questa mostra è fondamentale nel nostro percorso culturale perché rappresenta l’avvio di una strategia di riposizionamento delle Collezioni di arte antica e di pittura della Pinacoteca Tosio Martinengo, con l’obiettivo di accompagnare la città di Brescia verso l’occasione storica del 2023, Brescia Capitale della Cultura Italiana con Bergamo. In quell’anno Fondazione Brescia Musei darà nuova luce alla grande stagione pittorica bresciana con l’inaugurazione di due importanti mostre: la prima dedicata a “Giacomo Ceruti pittore europeo” e la seconda al Rinascimento bresciano. La splendida Pinacoteca Tosio Martinengo si trova dunque di fronte a un rilancio dopo una chiusura di quasi dieci anni per lavori di ristrutturazione, e a seguito delle chiusure dovute alla pandemia Covid. Uno scrigno di bellezza che, con un programma espositivo editoriale e di eventi (dal teatro di palazzo ai concerti, dalla danza alla poesia), genereranno una nuova attenzione intorno a questo museo così importante nella storia della cultura bresciana.

Per agevolare il rilancio e la sinergia con la Pinacoteca il biglietto di ingresso alla mostra dà diritto all’ingresso gratuito in Pinacoteca Tosio Martinengo e viceversa. Si ha inoltre diritto a una riduzione sul biglietto d’ingresso al Museo di Santa Giulia (€ 7,50 anziché € 10,00) 

Costi: 8,00 euro biglietto intero ; 6,00 euro ridotto (gruppi e convenzioni); 4,50 euro ridotto (14-18 anni, over 65, studenti universitari e accademie) ; 3,00 euro ridotto scuole e bambini 6-13 anni.